Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana
Pluteo: 32.8
Manoscritto membranaceo; guardie cartacee
Palinsesto integrale alla c.
Databile 1200-1300
Cc.VI + 106 + IV
(scoli marginali e glosse interlineari, apposti da quattro mani differenti, una delle quali è quella del copista che ha trascritto il testo; a lui si devono scolii di notevola ampiezza).
Mm. 345 x 245 (cc. 12 ).
Fascicolazione: 1 x 8-1, 4 x 8, 1 x 10-1, 2 x 8, 4 x 10-1, 1 x 8-2 ;
Segnatura dei Fascicoli: in lettere greche minuscole nell'estremità del margine inferiore del recto della prima carta di ciascun fascicolo in prossimità del margine interno, apposte apparentemente dalla stessa mano che ha vergato il testo: c. 8 beta, c. 24 delta, c. 40 stigma, c. 49 zeta, c. 57 eta;
Foratura: in genere eliminata dalla rifilatura, sembra riconducibile al tipo Jones E;
Rigatura: effettuata a secco secondo il sistema Leroy 1 secondo il tipo Leroy Sautel 12B2;
Disposizione del testo: Scolii marginali o a piena pagina e note intercolumnari o interlineari sono presenti in varia misura in quasi tutte le carte. I vari tipi di inchiostro inducono a ritenere che almeno 4 mani abbiano apposto delle annotazioni sul codice.;
Scrittura e mani: testo su due colonne intercolumnio = 12 mm. 30 -42 righi per colonna monocondylion di Georgios nel margine inferiore della c. 82r
Decorazione: Iniziali ornate
Legatura: Legatura risalente agli anni 1551-1600 Italia centrale. Occidentale Legatura medicea Materia delle assi: legno, Materia della coperta: pelle, Coperta con decorazione a secco. Elementi metallici: fermagli, borchie, lacci e/o bindelle, catena medicea. Molte carte sono state restaurate con frammenti pergamenacei provenienti da un manoscritto in lingua latina, la cui scrittura, una littera textualis molto svanita, sembra databile al XV secolo. Fermaglio e dorso rifatti.
Storia del Manoscritto: B. L. Ullman e P. A. Stadter hanno identificato il Pluteo 32.8 col codice contenente l'Iliade menzionato nell'inventario di San Marco, che, ora conservato nell'Archivio di Stato di Modena, contiene l'elenco dei libri posseduti dalla biblioteca pubblica di San Marco intorno alla fine del XIV secolo: secondo i due studiosi, tale inventario sarebbe stato redatto fra il 1449 e il 1500. Nell'inventario, fra i libri conservati "in bancho VI ex parte occidentis", è ricordata una "Homeri Ilias cum glossulis quae puntantur Aristarchi, in membranis". Non sappiamo se il manoscritto dell'Iliade sia appartenuto a Niccolò Niccoli, alla cui liberalità si deve la fondazione della biblioteca pubblica di San Marco, o se sia stato acquistato o ricevuto in dono dalla biblioteca in un momento succesivo. Nel caso che non abbia fatto parte del nucleo originario dei libri lasciati dal Niccoli, potrebbe essere stato di proprietà di Giorgio Antonio Vespucci che, al momento del suo ingresso nel convento dei domenicani di San Marco nel 1449, donò alla biblioteca un gran numero di libri, una parte dei quali greci. Secondo la Limongi, il Laur. Plut. 32.8 fu utilizzato da Luigi Alamanni, insieme al Vat. gr. 2193 (s. XI ex.) per postillare l'esemplare della editio princeps dell'Iliade ora conservata ad Eton e pubblicata a Firenze nel 1448 da Demetrio Calcondila (I.G.I. 4795). Infatti già Allen aveva riconsciuto che Alamanni aveva attinto una serie di scolii non presenti "neither in Vat. gr. 2193 nor in any other known manuscript". L'esame del Pluteo 32.8, secondo la Limongi, mostra che taluni scolii presenti in esso riportati coincidono con gli scolii corrispondenti del manoscritto usato da Luigi Alamanni.
Osservazioni: Ciascun canto dell'Iliade è preceduto da rubriche che riportano i tituli e le periochae relativi ai singoli canti. Alla c. 9v per la rubrica che precede l'inizio del Catalogo delle navi è stata adoperata una maiuscola molto simile alla "Epigraphische Auszeichnungs-Maiuskel". La lettera iniziale di ciascun canto è rubricata e di forma più o meno elaborata; lettere iniziali di verso di dimensioni più piccole e di forma più semplice delle precedenti segnalano spesso, all'interno dei canti, l'inizio di un nuovo periodo. Talora la fine dei canti è contrassegnata dalla presenza di un piccolo disegno (una sorta di treccia) eseguita con inchiostro nero e dipinta di rosso (es. c. 19r fine del canto IV)
Spazio di Scrittura: Mm. 270 x 162, 12 (scolii marginali o a piena pagina e note intercolumnari o interlineari sono presenti in varia misura in quasi tutte le carte)
Scrittura: Greco; Fettaugenmode; intercolumnio = 12 mm. 30 -42 righi per colonna monocondylion di Georgios nel margine inferiore della c. 82r.

Descrizione Interna:
Carte: 1-106
in greco
Epica
Nomi:

(autore) Omero
Titolo: Ilias I - XXIV, 759 1 (T. W. Allen, Homeri Ilias, Oxford 1931).

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